lunedì 15 agosto 2011

Il dilemma dell'onnivoro




Recensione e considerazioni personali

Leggendo questo libro si evince già dalle prime pagine che scopo dell'autore, Michael Pollan, è quello di portare la popolazione americana verso una maggiore consapevolezza nei confronti del cibo che mangiano poichè  esso non deve attrarre semplicemente perchè costa poco ed ha un buon sapore, bisogna essere maggiormente consapevoli delle proprie scelte alimentari.
Il libro è suddiviso in quattro parti e ciascuna di esse descrive uno dei tre tipi di pasto che secondo Michael Pollan possono essere consumati da una persona:

-il pastro industriale
-il pasto biologico industriale
-il pasto sostenibile locale
-il pasto fai-da-te

Nel capitolo sul pasto industriale si parla di una pianta che sta conquistando i campi e l'alimentazione umana: il mais. Il mais è ovunque poichè ogni chicco può essere scomposto per ottenere una serie di prodotti diversi, alimentari e non. Il mais è anche alla base del cibo per pesci di acquacoltura e bestiame, che, a causa di questa loro alimentazione contro natura, producono carni di qualità bassa e poco sane. Altro protagonista oltre al mais è la soia, infatti è difficilissimo trovare prodotti industriali senza derivati del mais o della soia,la grande varietà del supermercato è spesso solo un'illusione. Pollan visita anche alcuni allevamenti intensivi descrivendo le pessime condizioni in cui vengono tenuti gli animali.


Nel pasto biologico industriale si passa in rassegna il cibo biologico: esso ha degli indubbi vantaggi, l'ambiente non viene avvelenato con concimi chimici e pesticidi e le piante dovendo sviluppare da sole le difese naturali producono anche una serie di sostanze buone per la salute umana. Pollan vuole però sottolineare il fatto che non è tutto oro quello che luccica, infatti l'aggettivo industriale accanto a biologico non è casuale! I cibi biologici,infatti, spesso vengono prodotti seguendo criteri industriali come le monocolture, le mucche alimentate mais biologico invece che l'erba e i polli che vivono in affollamento nei capannoni (l'esercito delle Rosie, leggendo capirete :) ) con uno spazio ampio per razzolare ma con la messa in atto di trucchi per farli restare rinchiusi.



Nel pasto sostenibile locale Michel Pollan si reca presso la Polyface farm, una fattoria dove viene rispettata la biodiversità dell'ambiente attraverso la policoltura dove gli animali mangiano gli aimenti che  gli hanno permesso di evolversi e i mattatoi sono all'aperto, permettedo a tutti i consumatori di vedere come vengono uccisi gli animali e le condizioni in cui essi vivono.Pollan aiuta il proprietario della fattoria in tutti i suoi compiti e riflette sui vantaggi di acquistare cibo dalle cooperative locali.

Nel pasto fai-da-te lo scrittore si propone di diventare cacciatore e raccoglitore: si fa aiutare da un esperto per andare a caccia di cinghiali, raccogliere frutti e bacche varie per preparare alla fine una cena con tutti alimenti che è stato in grado di procurarsi da solo.

Di questo libro ne sono state pubblicate due versioni: una per ragazzi(questa) e quella per adulti.

In questa versione sono presenti anche alcune immagini(assenti nell'altra) del viaggio dello scrittore ed il linguaggio è di facile comprensione e molto scorrevole: è davvero una lettura adatta per un pubblico giovane e non solo :).
I primi due capitoli li ho trovati davvero molto interessanti(forse perchè sono quelli che più mi riguardano da vicino) gli ultimi un po' meno anche perchè ci sono molti dettagli circa la caccia o la giornata di Pollan nella PolyfaceFarm.

Più sono andata  avanti con la lettura del libro(che ho finito in due giorni!) più ho apprezzato al personalità di Pollan che si riflette nel suo scritto: un uomo consapevole e con un buon senso critico che si è improvvisato da solo detective del cibo per scoprire effettivamente gli americani cosa mangiano.

Molte volte quando sento parlare di questo libro spesso esce fuori la frase "in America guarda cosa succede", in effetti penso che la situazione americana sia di una certa gravità e quando si pensa allo scenario italiano vengono in mente la mucca Lola  e le arance di Sicilia maturate al sole, italiano è sinonimo di qualità!

Ma siamo sicuri che l'Italia sia così diversa?

Molte volte anche per noi è difficile distinguere la provienienza dei prodotti. Da dove viene la carne che comprate dal macellaio o dalle vaschette dei supermercati? Spesso non viene indicata la provenienza del bestiame e poi cosa mangiano? La risposta che possiamo trovare su alcuni siti dei produttori è "alimentazione vegetale", ciò quindi non esclude la presenza di mais e soia, alimenti innaturali per loro. E il prodotti confezionati? Sono pieni di possibili derivati del mais!
Non parliamo poi dei fast food... credo che almeno su questo argomento ognuno di noi è abbastanza consapevole.
E poi come possiamo essere sicuri che una mozzarella è davvero italiana come indicato magari sulla confezione se comunque(e guardatevi i dati ISTAT se non ci credete) importiamo latte e latticini?

Nella versione per adulti del libro(che sto leggendo in lingua inglese e vi posso assicurare che è uno spettacolo) Pollan dà la causa della decadenza alimentare americana alla mancanza di una tradizione culinaria.
Noi italiani abbiamo tante cose buonissime e spesso anche sane come la farinata di ceci Ligure,la pasta e fagioli, pasta e lenticchie e non dimentichiamoci poi della pizza! Insomma i piatti sono innumerevoli...
La nostra alimentazione non deve cambiare sul modello americano e il primo passo è essere consapevoli, anche in italia nei supermercati vengono vendute schifezze impensabili e sarà un caso ma in giro vedo molti più bambini cicciotti di un tempo! Inoltre i servizi televisivi che aiutano dell'acquisto di cibo e parlano dei marchingegni industriali sono pochi e sporadici e anche in Italia la carne sta diventando un prodotto sempre più economico ed alla portata di tutti mentre prima veniva consumato sporadicamente poichè aveva un costo elevato.
Un pollo,ad esempio, ha bisogno di un periodo di crescita di 4 mesi prima di poter essere macellato e io lo so perchè da bambina la mia famiglia allevava polli, in un allevamento in 36 giorni abbiamo il pollo di che esce dal forno sul piatto di portata fumante e contornato da patate.
In Italia certo stiamo messi meglio, ma stiamo attenti a cadere negli stessi errori di altri paesi :P

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